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Ascolta il Vangelo del giorno in audio - Fonte: LaChiesa.it
Martedì, 14 Maggio 2024
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,9-17

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
"perchè il vostro frutto rimanga"
 
 
È consolante questa parola di Gesù. Tante volte ci si ferma nella vita per fare il punto della situazione. Soprattutto in procinto della chiusura di alcune tappe o cicli di studio, di lavoro, di permanenza in una città. In questi momenti cerchiamo di capire quali risultati abbiamo raggiunto, cosa abbiamo realizzato di buono, e se potevamo fare di meglio. Ma queste conclusioni non sempre si possono equiparare a dei risultati visibili. Non sempre l'opinione della gente, degli altri, i calcoli numerici, o il giudizio personale, corrisponde al vero. Anche in situazioni in cui abbiamo fallito possiamo aver lasciato il segno. Anche per uno solo. Ecco come guarda Gesù le cose: se hai fatto la sua volontà, non fallisci. Sei chiamato per portare frutto e questo frutto rimane, non si perde, lascia il segno, e servirà ad altri per portare ancora altro frutto. Gesù non fa le cose a caso e non si ferma alle statistiche. Quando fai la volontà di Dio, nessuna tua fatica è persa. Anche se agli occhi degli altri sembra inutile, e rimane nascosta, ma rimane.

#segno #frutto #discernimento

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Non conta per quante persone agisci, o il quantitativo che raggiungi. Quello che compi rimane solo se è il Signore a chiedertelo e se lo compi con amore.
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Mercoledì, 15 Maggio 2024
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17,11b-19

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità».
"Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno"

 
 
Forse tante volte hai pensato che è difficile vivere nel mondo secondo il Vangelo, cercando di rimanere discepolo fedele di Gesù. Le tentazioni, la mentalità del mondo, i beni e i piaceri a volte affascinano e seducono, mentre la propria umana fragilità costituisce un limite che a volte ci induce ad agire nella direzione contraria a quella che vorremmo, o che sappiamo buona. Ma come potrebbe il mondo conoscere Gesù o godere di un riflesso della sua parola e della sua presenza, senza il tuo impegno di fedeltà e il tuo sforzo di testimonianza? A volte sembrerebbe più facile cedere e rinunciare alla lotta piuttosto che onorare il Signore e dargli gloria con la tua vittoria sulla tentazione. È questo che vuole Gesù da te: non privarti della lotta, ma sostenerti fino alla vittoria!

dVincenzo

dVincenzo

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È solo attraverso la lotta con il mondo che puoi riportare la tua vittoria per la gloria di Cristo
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Giovedì, 16 Maggio 2024
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17,20-26

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
"per quelli che crederanno in me mediante la loro parola"
 
 
 
Perchè Dio ci ha dato il dono della parola? Poteva creare l'essere umano anche senza la facoltà del linguaggio. Invece Dio ne ha fatto una facoltà propria dell'essere umano, al di sopra di quella di ogni altro essere vivente. Ha dato a questa facoltà un valore così grande che è tra quelle che rendono l'uomo a immagine e somiglianza di Dio. Che bello pensare che mediante le nostre parole Dio ci lega gli uni agli altri, ma per unirci a Sé. Il fine del linguaggio umano non è socializzare, nè semplicemente informare, trasmettere dei contenuti. Ma è introdurre gli altri nell'amore di Dio. Dio ha voluto che fossero le nostre parole lo strumento privilegiato per trasmettere la fede, far incontrare Dio e entrare in comunione con Lui. Uno strumento tanto fragile, manipolabile, falsificabile è quanto Dio preferisce per permettere agli altri uomini di incontrarlo. E questo perchè la forza delle parole dell'uomo di fede non hanno bisogno di retorica, di tecniche di persuasione, o di altri umani escamotage. Hanno la forza dello Spirito, capace di penetrare in profondità nella mente e nel cuore di chi ascolta e farci provare la libertà autentica che sperimenta chi ascolta la Verità, e la gioia di chi viene toccato dall'Amore di Dio. Nelle tue semplici parole se traspare la tua fede tu puoi trasmettere tutto ciò.

#parola #trasmettere #annuncio

dVincenzo

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La Parola umana, oggi così manipolabile e fragile, è lo strumento che Dio ha scelto per far conoscere il suo amore e introdurre gli uomini nella comunione divina. Pensa quanto è alto e nobile il fine che possono avere le tue parole, e i tuoi discorsi.
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Venerdì, 17 Maggio 2024
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21,15-19

In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse "Mi vuoi bene?", e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
"Simone, mi ami?"
 
 
 
Se ci soffermiamo a pensare alla nostra vita, certamente possiamo riconoscere che ci sono molte dinamiche che si ripetono. Ma non sono quelle ordinarie. Tante volte la vita ci ha interpellati chiedendoci di scegliere o di reagire in alcune situazioni e noi abbiamo risposto per anni sempre nello stesso modo. E sembrava andar bene. Ma poi con il tempo e la maturità quando la vita ha continuato a riproporci dinamiche simili, forse abbiamo capito che era giunto il momento di cambiare, di dover reagire in modo diverso e non più come sempre. Nelle tre volte in cui Gesù interpella Pietro con la stessa domanda si nasconde proprio la pedagogia di Dio. Ti interpella e accoglie la tua risposta, anche se non è la migliore. Attende e poi torna di nuovo ad interpellarti. Anche se non sei ancora maturo tuttavia non disprezza il tuo modo di reagire. Ma poi torna ancora. Non a caso, o per recidività. Perchè il tuo futuro, la tua missione nel mondo, la tua stessa salvezza, passano proprio dalla risposta che dai a quella domanda con cui Dio ti interpella. Ed hai bisogno di tempo per maturare la tua risposta, affinchè sia la più idonea possibile a quanto il Signore ti chiede. Tutte le volte che rivivi una dinamica chiediti: ma è proprio questa la risposta che il Signore si attende da me?

dVincenzo

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Tutto ritorna. Ma non in un eterno ritorno. Finchè il tuo modo di rispondere alle sollecitazioni della vita e all'amore di Dio non diventi sempre più idoneo a ciò che il Signore si attende da te per salvarti.
2024/05/17 20:42:32
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