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"Non c’è una norma che mi impone di fare un passo indietro. Certo, se andasse male pure stavolta, delle riflessioni personali le farei.
Ma quante bugie! A chi mi dice “vai a lavorare” rispondo: se vado via io, riparte il calcio e vinciamo i Mondiali?
Se ne avessi la certezza, sarei il primo a farmi da parte. Per questo sono un uomo sereno.

C'è il rischio di non qualificarsi a un altro Mondiale?
E perché mai? A marzo non manca molto e dopo l’inverno c’è sempre la primavera.
Sono ottimista, e lo sono su basi concrete, reali, su elementi oggettivi come il percorso che ci ha portato fin qui al netto del secondo tempo con la Norvegia.
Il pessimismo ci fa sprecare energie, disperderle non aiuta la causa.
L’obiettivo è alla portata.
Rimbocchiamoci le maniche, impegniamoci tutti insieme. E dico tutti.
Perchè è innegabile che qualcuno viva la Nazionale come un fastidio.

Posso fare io una domanda? Le cause voi le avete individuate?
I giovani non giocano? Gli stranieri in campo sono sempre di più? Gli investimenti nei vivai e nelle infrastrutture sono un miraggio?
Per me le cause sono anche altre.
È la metodologia che è sbagliata.
Ogni volta che la Nazionale commette un passo falso, immediatamente c’è l’indignazione popolare e si chiedono le teste.
Ci sto, è il gioco dei tifosi.
Ma noi continuiamo a cercare colpevoli senza renderci conto che la Figc non può imporre certe cose, ma soltanto sensibilizzare.
La ricerca dei colpevoli resta lo sport più
praticato in Italia.

Prima il calcio era tecnica e noi eravamo maestri. Oggi è tecnica, velocità, fisicità.
Guardate la Norvegia.
L'obiettivo è quello di avere meno tattica e più tecnica. Dobbiamo liberare l'estro.
I bambini si annoiano, vogliono giocare, gli allenatori tendono a ingabbiarli negli schemi già in tenera età..."

[Gabriele Gravina]

Fonte: Corriere dello Sport.
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La quotazione in borsa potrebbe diventare nel medio termine una prospettiva credibile per i club di calcio controllati o partecipati da fondi di private equity o investitori con caratteristiche analoghe?

Abbiamo analizzato questo scenario, al momento del tutto ipotetico, nel nuovo video della serie “Investire nello sport” disponibile sul nostro canale YouTube.

Nel racconto siamo partiti dalla “febbre da Ipo” che aveva contagiato il mondo del calcio tra la metà degli anni 90 e i primi anni 2000, indagando poi le ragioni che hanno portato molti club ad optare per il delisting negli anni successivi.

Ora però i tempi potrebbero essere maturi per un riavvicinamento tra l’industria del calcio e i mercati azionari.

Da un lato i fondi di private equity stanno portando disciplina finanziaria cercando di impostare modelli di business che rendano i conti dei club sempre meno legati ai risultati sportivi di breve periodo. Dall’altro questi soggetti hanno per loro natura un orizzonte di investimento di medio termine e hanno bisogno di un’exit strategy per monetizzare il proprio investimento e remunerare i propri sottoscrittori.

La borsa potrebbe essere una strada percorribile? Il dibattito è aperto.
Canada, Svizzera e Qatar: queste le possibili avversarie dell’Italia in caso di qualificazione al Mondiale 2026.

#ilmattino #italia #mondiale2026
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È andata così....😂 (Esercito Antijuve)
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Ha perfettamente ragione in Italia sono anni che vanno avanti così, tuffi e simulazioni, ora si stupiscono che glieli fischiano contro ..🤣🤣🤣
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- Fuori da tutto l'anno prima.
- Stagione senza coppe.
- Preso allenatore ex Juve.
- Persa la prima di campionato.
- Fuori dalla coppa Italia con la Lazio.

Quante coincidenze servono ancora al Milan per vincere questo campionato? 😂

#ilcontemax #cortomuso
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YOUTH LEAGUE - JUVENTUS-PAFOS 2-2 - I giovani bianconeri eliminati dalla doppietta di tale TERRONES, guarda un po' le volte il KARMA.
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La Tether Investments ha ufficialmente presentato alla Exor un’offerta per rilevare le quote della Juventus detenute dalla holding della famiglia Agnelli 👇

La proposta è da 1,1 miliardi di euro e decadrà qualora non dovesse arrivare una risposta entro le 18 del prossimo 22 dicembre.

Il CEO di Tether, Paolo Ardoino, ha spiegato via social: “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di sostenere la squadra e riportarla alla gloria che merita”.

Exor intanto, attraverso una nota, ha smentito che siano in corso “negoziazioni riguardanti la vendita di una quota della Juventus” ⚪️⚫️
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Juventus, offerta per acquistare il club da Exor. Ma la società nega: “Nessuna quota in vendita” 💰⚪️⚫️

Nessuna intenzione di disimpegnarsi dalla Juve, ritenuto da sempre un gioiello di famiglia. Dal quartier generale di Exor, la holding della famiglia Agnelli, arriva una secca smentita rispetto alle ultime indiscrezioni circolate: “Non sono in corso negoziazioni riguardanti la vendita di una quota della Juventus”, il chiarimento di un portavoce del maggior azionista del club bianconero, al fine di annullare “categoricamente recenti rumors di stampa”.

Però a sentire Tether, il gigante delle criptovalute, non si tratterebbe solo di “rumors”. L’a.d. di Tether, Paolo Ardoino, ha scritto sui propri profili social: “Oggi Tether ha inviato una proposta ufficiale a Exor per comprare la loro intera quota di Juventus. Sin dall’inizio il nostro obiettivo è sempre stato quello di sostenere la squadra e riportarla alla gloria che merita. Come parte del nostro commitment, se questa transazione andrà a buon fine, Tether investirà 1 miliardo di euro nel club”.

La proposta di Tether, che possiede già l’11,5% del club, sarebbe di acquistare le restanti azioni in possesso di Exor con un investimento di circa 1,1 miliardi di euro. Nel comunicato Tether sottolinea che, in caso l’affare a andasse a buon fine, sarebbero pronti a investire un altro miliardo per “rafforzare la prima squadra e sostenere lo sviluppo della società.”
2025/12/13 05:45:56
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